Tematica Animali preistorici

Placodus sp.

Placodus sp.

foto 147
Ill.: Nobu Tamura.

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812

Classe: Sauropsida Huxley, 1864

Ordine: Placodontia Cope, 1871

Famiglia: Placodontidae Cope, 1871

Genere: Placodus Agassiz, 1833

Descrizione

Poteva raggiungere una lunghezza di 2 m. Il cranio di Placodus indica che questo rettile era specializzato per un'alimentazione costituita da molluschi e crostacei. Due serie di denti non appuntiti sporgevano nella parte anteriore della mascella e della mandibola ed erano utilizzate per staccare molluschi bivalvi e brachiopodi dalle rocce. I denti posteriori erano larghi e appiattiti, adatti a schiacciare le conchiglie (di qui il nome della famiglia: «dai denti piatti»). Anche il palato era ricoperto di grandi denti frantumatori. Questa formidabile batteria di denti era messa in azione da muscoli masticatori potenti che potevano inserirsi attraverso le due fenestrature presenti ai lati del cranio per aumentare la potenza della morsa. Alcuni squali attuali, come lo squalo di Port Jackson Heterodontus portusjacksoni (che si nutre di molluschi, ricci di mare, crostacei) ha una dentatura dello stesso tipo, così simile che quando furono trovati i primi esemplari di Placodus i paleontologi credettero di trovarsi di fronte a squali arcaici. Il Placodus non presentava eccezionali adattamenti alla vita acquatica: il corpo era tozzo con collo corto e arti diretti lateralmente come quelli di un rettile primitivo di terraferma. Unici strumenti per il nuoto erano le membrane tra le 5 dita delle zampe e la lunga e sottile coda, appiattita lateralmente, forse dotata di una pinna. Come in tutti i placodonti, il ventre del Placodus era protetto da una robusta armatura formata dalle costole ventrali. Una serie di protuberanze ossee si ergeva dorsalmente lungo la colonna vertebrale e forniva una certa protezione all'animale altrimenti inerme. Corazze protettive assai più sviluppate si osservano in placodonti successivi.

Diffusione

Vissuto in Europa (area alpina) dal Triassico inferiore al Triassico medio.