Tematica Animali preistorici

Enchodus sp.

Enchodus sp.

foto 825
Foto: MCDinosaurhunter
(Da: en.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812

Classe: Actinopterygii Klein, 1885

Ordine: Aulopiformes Rosen D.E., 1973

Famiglia: Enchodontidae Woodward, 1901

Genere: Enchodus Agassiz, 1835

Specie e sottospecie

Tra le specie più note vi sono la grande Enchodus petrosus del Nordamerica, proveniente dalla formazione Niobrara e i cui resti si trovano negli Stati Uniti centrali; l’Enchodus marchesettii del Cenomaniano del Libano, di piccole dimensioni (solitamente lunga una ventina di centimetri) ma nota per resti eccezionalmente completi; l’Enchodus harranaensis del Maastrichtiano della Giordania, di grandi dimensioni e dal muso particolarmente appuntito; altre specie piuttosto note sono l’Enchodus faujasi dei Paesi Bassi (nota anche per le vertebre caratteristiche), l’Enchodus gracilis della Germania, l’Enchodus venator del Marocco, l’Enchodus brevis e l’Enchodus zinensis della Palestina, l’Enchodus dirus degli Stati Uniti, l’Enchodus elegans del Medio Oriente, l’Enchodus oliveirai del Brasile, e l’Enchodus zipapanensis, dell'Albiano/Cenomaniano del Messico, una delle specie più antiche. È possibile che l’Enchodus sia sopravvissuto all'estinzione K/T: alcuni resti frammentari attribuiti all’Enchodus sono stati ritrovati in terreni del Paleocene e dell'Eocene (India, Arabia Saudita, Bolivia, New Jersey, Spagna).

Descrizione

Questo pesce era di dimensioni variabili: a seconda delle specie, la lunghezza era compresa tra i 15 centimetri e il metro e mezzo. In genere, le specie di Enchodus erano dotate di una testa grande armata di lunghe zanne acuminate, grandi occhi, un corpo leggero e idrodinamico. Le zanne palatine erano la caratteristica più evidente dell’Enchodus: grandi denti acuminati posti spesso vicino al margine anteriore della mascella superiore. Le zanne erano fortemente attaccate alle ossa palatine, elementi molto robusti delle mascelle superiori. Le scaglie erano limitate a un'unica fila lungo i fianchi; le pinne ventrali erano poste proprio sotto la pinna dorsale stabilizzatrice. Alcune specie presentavano scudi dorsali di fronte alla pinna dorsale. Le lunghe zanne caratteristiche degli Enchodus erano di dimensioni enormi in relazione al corpo dell'animale: gli esemplari più grandi, come Enchodus petrosus del Nordamerica ed Enchodus lybicus del Nordafrica, avevano zanne lunghe sei centimetri, e il corpo era lungo circa un metro e mezzo. Questa caratteristica ha portato al nomignolo poco corretto di "aringa dai denti a sciabola"; l’Enchodus, in ogni caso, non era strettamente imparentato con le aringhe. A causa delle lunghe zanne, l'aspetto di questo animale ricordava quello di alcuni pesci abissali, come il pesce vipera o la rana pescatrice. Secondo una delle più recenti revisioni del genere (Kaddumi, 2009), l’Enchodus presentava le seguenti caratteristiche diagnostiche: testa grande e alta nella parte posteriore, che occupava il 25%/35% della lunghezza del corpo; ossa del cranio robuste; mascelle superiori e inferiori dotate di due file di denti, quella interna con grandi denti e quella esterna con denti piccoli e ravvicinati; premascella allungata, di grandi dimensioni e dotata di denti; ectopterigoide dotato di uno o più grandi zanne palatine; l'osso dentale era grande, con una sinfisi stretta e un'estremità posteriore profonda; la lunghezza della mandibola era almeno quattro volte la parte più profonda della mandibola; il margine ventrale dell'osso dentale era moderatamente arcuato; la mandibola era dotata di una coppia di denti aguzzi molto grandi, con una grossa base robusta, posta nel margine anteriore della fila interna; il preopercolo era espanso ventralmente; l'osso quadrato era grande e triangolare; le pinne pettorali erano in posizione bassa; le vertebre erano 33-55 e dotate di una strozzatura; gli archi neurali si estendevano lungo l'intera regione dorsale dei centri vertebrali. Il genere Enchodus venne descritto per la prima volta nel 1835 da Louis Agassiz, nel famoso trattato Recherches sur les poissons fossiles; la specie tipo è l’Enchodus lewesiensis (inizialmente descritta da Gideon Algernon Mantell nel 1822 come Esox lewesiensis) proveniente dai terreni del Cretaceo superiore dell'Inghilterra. Al genere Enchodus sono state ascritte numerose specie, che ricoprono un notevole range temporale e geografico, ma che sono spesso conosciute in modo frammentario (soprattutto grazie a denti isolati o vertebre). Enchodus è un tipico rappresentante degli encodontoidi, un gruppo di pesci predatori dalla forma solitamente slanciata e dai denti appuntiti, diffusi soprattutto nel Cretaceo e appartenenti agli alepisauriformi (o aulopiformi). Affine all’Enchodus era l’Eurypholis, solitamente di dimensioni minori e di aspetto più slanciato.

Diffusione

È un pesce osseo estinto, appartenente agli alepisauriformi. Visse tra la fine del Cretaceo inferiore e il Cretaceo superiore (Albiano - Maastrichtiano, circa 110 - 66 milioni di anni fa) e forse anche nel Paleocene/Eocene (circa 65-53 milioni di anni fa); i suoi resti fossili sono stati ritrovati in tutto il mondo, a eccezione dell'Antartide e dell'Oceania.

Bibliografia

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–Green, W. R., 1913. A description of the specimens of the teleostean genus Enchodus in the University of Kansas museum. Kansas University Science Bulletin 7(2):71-107, pl. I-XVII.
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