Tematica Mammiferi marini

Eubalaena sp.

Eubalaena sp.

foto 141
Da: NOAA Photo Library

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Cetartiodactyla Montgelard et al., 1997

Famiglia: Balaenidae Gray, 1821

Genere: Eubalaena Gray, 1864

Specie e sottospecie

Le tre specie di Eubalaena vivono in località distinte. Tra queste: 300 balene franche nordatlantiche vivono nell'Atlantico settentrionale; 200 balene franche nordpacifiche vivono nel Pacifico settentrionale; da 8 000 a 10 000 balene franche australi sono diffuse in tutta la parte meridionale dell'emisfero australe.

Descrizione

L’Eubalaena è un genere di cetacei misticeti cui appartengono tre specie, note comunemente come balene franche. Talvolta l'intera famiglia dei Balenidi viene indicata come la famiglia delle balene franche. Anche la balena della Groenlandia, unica specie del genere Balaena, appartiene a questa famiglia, e viene pertanto considerata anch'essa una balena franca. Le balene franche possono raggiungere una lunghezza di 18 m e pesare fino a 70 tonnellate. Il loro corpo rotondeggiante è quasi completamente nero e sulla testa presenta caratteristiche callosità (zone di pelle ruvida). Vengono chiamate «balene franche» poiché i balenieri le ritenevano le balene «giuste» da cacciare, dal momento che galleggiano una volta uccise e spesso nuotano nei pressi della costa, rendendole individuabili perfino da riva. Il loro numero è stato enormemente ridotto a causa dei grandi massacri perpetrati durante i floridi anni dell'industria baleniera. Oggi, invece di cacciarle, le persone spesso osservano questi animali acrobatici per puro piacere. Su come classificare le tre popolazioni di balene franche Eubalaena le autorità si sono da sempre trovate in disaccordo: infatti, a seconda degli autori, sono state riconosciute una, due o tre specie. Ai tempi della baleneria si riteneva che appartenessero tutte ad una sola specie diffusa in tutto il mondo. In seguito, alcuni fattori morfologici, come piccole differenze nella forma del cranio tra gli animali boreali e australi, indicarono la presenza di almeno due specie - una diffusa esclusivamente nell'emisfero boreale e l'altra diffusa nell'Oceano Meridionale. Tuttavia, non è mai stato osservato nessun gruppo di balene franche nuotare nelle calde acque equatoriali per prendere contatti con le altre (sotto)specie e (in)incrociarsi: il loro spesso strato di grasso isolante rende loro impossibile dissipare il calore corporeo interno in acque tropicali. In anni recenti, grazie ad alcuni studi genetici, si è scoperto che le popolazioni settentrionali e meridionali non si sono incrociate nel corso di un periodo che va dai 3 ai 12 milioni di anni, fatto che conferma la balena franca australe come una specie separata. Più sorprendente, poi, è stato scoprire che sono distinte tra loro anche le popolazioni pacifiche ed atlantiche dell'emisfero boreale e che la specie del Pacifico (nota ora come balena franca nordpacifica) è inoltre più strettamente imparentata con la balena franca australe che con la balena franca nordatlantica. Tuttavia Rice, nella sua classificazione del 1998, continuò a considerare solo due specie; nel 2000, però, questa classificazione venne messa in discussione da Rosenbaum ed altri e da Brownell ed altri (2001). Nel 2005, Mammal Species of the World riconobbe tre specie, indicando apparentemente una preferenza per quest'ultima suddivisione. I pidocchi delle balene, crostacei ciamidi parassiti che vivono sulla pelle di questi animali, offrono ulteriori informazioni sulle popolazioni di balene franche Eubalaena tramite l'analisi del loro pattern genetico. Poiché i pidocchi si riproducono molto più velocemente delle balene, la loro diversità genetica è maggiore. I biologi marini dell'Università dello Utah hanno esaminato i geni di questi pidocchi ed hanno determinato che i loro padroni di casa si sono suddivisi in tre specie 5-6 milioni di anni fa e che queste specie erano tutte ugualmente abbondanti prima degli inizi della baleneria nell'XI secolo. Queste comunità si suddivisero per la prima volta dopo la congiunzione del Nordamerica con il Sudamerica. In seguito il calore delle zone equatoriali le suddivise ulteriormente in gruppi settentrionali e meridionali. Jon Seger, il direttore di questi studi, su BBC News disse «Ciò pone fine al lungo dibattito su quante specie di balena franca esistano. Sono veramente separate tra loro oltre ogni dubbio». In seguito alla loro familiarità con i balenieri per un certo numero di secoli, alle balene franche sono stati dati molti nomi. Questi nomi vennero applicati alle balene franche di tutto il mondo, riflettendo il fatto che a quei tempi veniva riconosciuta solamente una sola specie. Nel romanzo Moby-Dick, Herman Melville scrisse: «Tra i pescatori, la balena regolarmente cacciata per l'olio viene indiscriminatamente chiamata con tutti i nomi seguenti: balena, balena della Groenlandia, balena nera, balena grande, balena vera, balena franca». Halibalaena (Gray, 1873) ed Hunterius (Gray, 1866) sono sinonimi minori per indicare il genere Eubalaena. La specie tipo è E. australis. Le balene franche sono facilmente distinguibili dalle altre balene per le callosità presenti sulla testa, l'ampio dorso privo di pinna dorsale e la lunga bocca arcuata che inizia al di sopra dell'occhio. Il corpo è di color grigio molto scuro o nero, con alcune macchie bianche sul ventre presenti occasionalmente. Le callosità appaiono bianche, ma non a causa della pigmentazione della pelle, bensì per le grandi colonie di ciamidi o pidocchi delle balene. Gli adulti misurano 11-18 m di lunghezza e pesano generalmente 60-80 tonnellate. La maggior parte degli esemplari, comunque, è lunga tra i 13 e i 16 m. Il corpo è estremamente robusto e in alcuni casi presenta una circonferenza pari al 60% della lunghezza totale. Anche la pinna caudale è molto larga (fino al 40% della lunghezza del corpo). Generalmente la specie nordpacifica è quella più grande tra le tre balene franche Eubalaena. Gli esemplari più grossi di questa specie raggiungono infatti le 100 tonnellate. Su ogni lato della bocca le balene franche hanno tra i 200 e i 300 fanoni. Questi, lunghi circa 2 m, sono stretti e ricoperti da peli molto sottili. I fanoni permettono alla balena di nutrirsi. I testicoli della balena franca sono probabilmente quelli più grandi del regno animale, pesando ognuno circa 500 kg. Il loro peso, l'1% della massa corporea, è grande perfino tenendo conto delle dimensioni dell'animale. Ciò suggerisce che la competizione spermatica giochi un ruolo importante nei processi riproduttivi. Le balene franche emettono un caratteristico soffio a forma di V, dovuto al notevole spazio situato tra i due sfiatatoi, posti sulla sommità del capo. Il soffio raggiunge un'altezza di 5 m sulla superficie dell'oceano. Le femmine raggiungono la maturità sessuale tra i 6 e i 12 anni e si riproducono ogni 3-5 anni. Sia la riproduzione che il parto avvengono nei mesi invernali. Dopo un periodo di gestazione di 1 anno, nasce un solo piccolo del peso di circa 1,1 tonnellate di peso e di 4-6 m di lunghezza. Nel primo anno di vita i piccoli crescono molto rapidamente, raddoppiando in genere di lunghezza. Lo svezzamento avviene tra gli otto mesi e l'anno di età, ma quale sia il tasso di crescita negli anni successivi non è stato ancora ben compreso - forse è strettamente dipendente dal fatto che il piccolo rimanga o no in compagnia della madre per un secondo anno. Sappiamo molto poco sulla speranza di vita delle balene franche, soprattutto a causa della scarsità degli scienziati che si sono interessati a questo argomento. Tra le poche prove a noi disponibili ricordiamo il caso di una madre di balena franca nordatlantica fotografata con il piccolo nel 1935 e poi ancora fotografata nel 1959, 1980, 1985 e 1992; per giudicare che si trattasse dello stesso animale veniva utilizzata la forma delle callosità. L'ultima volta che è stata fotografata, morta, nel 1995, presentava una ferita sulla testa apparentemente mortale, quasi sicuramente provocata dalla collisione con una nave. È stato stimato che avesse circa 70 anni. Ricerche effettuate sulle balene della Groenlandia suggeriscono che il raggiungere questa età sia piuttosto comune per le balene, che spesso la superano notevolmente. Le balene franche sono nuotatrici lente, dal momento che raggiungono al massimo solamente una velocità di 5 nodi (9 km/h), ma sono molto acrobatiche e compiono con frequenza il breaching (effettuano, cioè, salti sulla superficie del mare), tail-slapping e lobtailing. Come altri misticeti, questa specie non è gregaria e un gruppo tipico è composto generalmente da solo due esemplari. Sono stati registrati anche gruppi di dodici individui, ma i vari membri non erano molto uniti tra di loro e la loro unione potrebbe essere anche stata solamente transitoria. Gli unici predatori della balena franca sono le orche e gli esseri umani. Quando avverte un pericolo, un gruppo di questi animali si raggruppa in circolo, con le code rivolte all'esterno, per scoraggiare il possibile predatore. Questa strategia non ha però sempre successo e i piccoli vengono occasionalmente separati dalle madri e uccisi. La dieta delle balene franche comprende principalmente zooplancton e minuscoli crostacei, come copepodi, krill e pteropodi, sebbene possano nutrirsi anche di altro. Si nutrono «mietendo» in lungo e in largo con la bocca spalancata. Dentro di essa entrano sia l'acqua che le prede, ma solo la prima riesce a fuoriuscire attraverso i fanoni per ritornare all'aperto. Stando così le cose, per permettere ad una balena di nutrirsi, le prede devono essere tanto numerose da suscitare il suo interesse; essere abbastanza grandi da poter permettere ai fanoni di filtrarle; ma anche abbastanza piccole da non avere la velocità per fuggire. La «mietitura» può avvenire in superficie, sott'acqua, o perfino nei pressi del fondale dell'oceano, come indica il fango trovato occasionalmente sul corpo di alcune balene. Rispetto a quelle di altre specie di balene le vocalizzazioni emesse dalle balene franche non sono molto elaborate. Emettono lamenti, schioppi e altri suoni, tutti con una frequenza intorno ai 500 Hz. Lo scopo di questi suoni non è noto, ma è probabile che costituiscano una forma di comunicazione tra i membri di uno stesso gruppo. Da uno studio pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B nel dicembre 2003 apprendiamo che le balene franche boreali rispondano rapidamente a suoni simili a quelli delle sirene della polizia - suoni dalla frequenza molto più alta di quelli emessi da questi animali. Non appena udivano questi suoni si spostavano rapidamente verso la superficie. Questa ricerca fu di particolare interesse, poiché è noto che le balene franche boreali ignorano la maggior parte dei suoni, compresi quelli delle imbarcazioni in avvicinamento. I ricercatori ipotizzano che le informazioni raccolte si rivelino utili nel tentativo di ridurre il numero di collisioni navi-balene, ma anche, purtroppo, che servano ad incoraggiare le balene a risalire in superficie per poterle uccidere.

Bibliografia

–Mead, J.G.; Brownell, R. L. Jr. (2005). "Order Cetacea". In Wilson, D.E.; Reeder, D.M (eds.). Mammal Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference (3rd ed.). Johns Hopkins University Press. pp. 723-743.
–Reilly, S .B.; Bannister, J. L.; Best, P. B.; Brown, M.; Brownell Jr., R. L.; Butterworth, D. S.; Clapham, P. J.; Cooke, J.; Donovan, G. P.; Urbán, J. & Zerbini, A. N. (2008). "Eubalaena japonica". IUCN Red List of Threatened Species. 2008.
–Perrin, W. F. (2012). "Eubalaena japonica Lacépède, 1818". World Cetacea Database. Retrieved September 29, 2012.
–Ivashchenko, Y. V. & Clapham, P. J. (2012). "Soviet catches of bowhead (Balaena mysticetus) and right whales (Eubalaena japonica) in the North Pacific and Okhotsk Sea". Endangered Species Research. 18 (3): 201-217.
–Thomas, Peter; Reeves, Randall R.; Brownell Jr., Robert L. (2015). "Status of the world's baleen whales". Marine Mammal Science. 32 (2): 682-734.
–Reilly, S. B.; Bannister, J. L.; Best, P. B.; Brown, M.; Brownell Jr., R. L.; Butterworth, D. S.; Clapham, P. J.; Cooke, J.; Donovan, G.; Urbán, J. & Zerbini, A. N. (2008). "Eubalaena japonica Northeast Pacific subpopulation". IUCN Red List of Threatened Species. 2008.
–North Pacific right whale, Center for Biological Diversity.
–"The Society for Marine Mammalogy's Taxonomy Committee List of Species and subspecies". Society for Marine Mammalogy. October 2015. Archived from the original on January 6, 2015. Retrieved December 13, 2015.
–National Marine Fisheries Service: Review of the Status of the Right Whales in the North Atlantic and North Pacific Oceans (2006).
–Churchill, M.; Berta, A.; Deméré, T. (2012). "The systematics of right whales (Mysteceti: Balaenidae)". Marine Mammal Science. 28 (3): 497-521.
–Brueggemann JJ, Newby T, Grotefendt RA (March 1986). "Catch records of twenty North Pacific right whales from two Alaska whaling stations, 1917–1939". Arctic. 39 (1): 43-46.
–Burnie D and Wilson DE (Eds.), Animal: The Definitive Visual Guide to the World's Wildlife. DK Adult (2005).
–NOAA Fisheries. 2017. What you need to know about the critically endangered whale you’ve never heard of.
–Ivashchenko YV, Clapham PJ (2011). "Pushed to the Edge: Soviet Catches of Right Whales in the Eastern North Pacific". Alaska Fisheries Science Center Quarterly Research Reports (Apr, May, June 2011).
–Omura, H., S. Ohsumi, K. N. Nemoto, K. Nasu, and T. Kasuya. 1969. Black right whales in the North Pacific. Scientific Reports of the Whales Research Institute, Tokyo. 21:1-78.
–Scarff J. E. (1986a). "Historic and present distribution of the right whale (Eubalaena glacialis) in the eastern North Pacific south of 50°N and east of 180°W" (PDF). Rep. Int. Whal. Comm. (special issue 10): 43-63.

–Reeves RR, Brownell RL (1982). "Baleen Whales - Eubalaena glacialis and Allies". In Chapman JA, Feldhammer GA (eds.). Wild Mammals of North America - Biology, Management, Economics. Johns Hopkins University Press. pp. 415-444.
–Scarff JE (2001). "Preliminary estimates of whaling-induced mortality in the 19th century Pacific northern right whale (Eubalaena glacialis) fishery, adjusting for struck-but-lost whales and non-American whaling" (PDF). J. Cetacean Res. Manage (Special Issue 2): 261-268.