Tematica Mammiferi marini

Delphinus sp.

Delphinus sp.

foto 54
Delphinus delphis Linnaeus, 1758
Da: www.iim.fh-koeln.de

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Classe: Mammalia Linnaeus, 1758

Ordine: Cetartiodactyla Montgelard et al., 1997

Famiglia: Delphinidae Gray, 1821

Genere: Delphinus Linnaeus, 17


itItaliano: Delfin

enEnglish: Dolphin

frFrançais: Dauphin

deDeutsch: Delphin

spEspañol: Delfín

Descrizione

Con il termine delfino si indica comunemente un gruppo parafiletico di mammiferi marini appartenenti all'ordine dei cetacei (sottordine degli Odontoceti) e che raggruppa le famiglie Delphinidae (delfini oceanici) e Platanistoidea (delfini di fiume), i cui membri generalmente sono di piccole dimensioni. Il termine delfino, derivato dal greco delphis (che si fa risalire a delphus, utero), viene talvolta utilizzato per riferirsi particolarmente alle specie più conosciute: il tursiope e il delfino comune. Sono state scoperte quasi 40 specie di delfino suddivise in 17 generi. Variano in dimensione da 1,2 m e 40 kg (Cephalorhynchus hectori ssp. maui) a 9,5 m e 6 tonnellate (orca). La maggior parte delle specie pesa da 50 a 200 kg. Ha un corpo affusolato, per nuotare velocemente, e usa la pinna caudale come organo motore. La sua testa contiene un organo particolare e voluminoso, utilizzato per l'orientamento e per la ricerca del cibo. In molte specie le mandibole sono allungate e formano un becco, o rostro, distintivo; per alcune specie, come il tursiope, la bocca assume una curva con una espressione simile a un sorriso permanente. I denti dei delfini sono molto numerosi, possono arrivare sino a 250. Il cervello del delfino è largo e possiede una corteccia molto complessa, paragonabile al cervello umano. La colorazione di base consiste di gradazioni di grigio con il lato del ventre bianco, spesso combinato con linee e macchie con tonalità differenti. La pupilla nell'occhio del delfino ha forma di cuore. La maggior parte degli odontoceti nuota rapidamente. Le specie più piccole occasionalmente riescono a cavalcare le onde, e i delfini sono spesso visti affiancare le navi e "accompagnarle" nuotando in superficie. I delfini sono anche famosi per le loro evoluzioni acrobatiche fuori dall'acqua. Arrivano a vivere fino a 39 anni. I delfini sono predatori e cacciano le loro prede in velocità. La dentatura è adattata agli animali che cacciano: le specie con molti denti si nutrono prevalentemente di pesci, mentre le specie con becchi più corti e con meno denti si nutrono di molluschi (seppie, calamari, polpi e moscardini). Alcune specie di delfini catturano anche crostacei, tra cui i granchi. Nel mar Mediterraneo fin dall'antichità i delfini sono stati accreditati di un'intelligenza superiore a quella normalmente attribuita ai pesci e ad altri mammiferi, il che ha creato una precoce e persistente idea della loro socievolezza e li ha posti al centro di culti, miti e rappresentazioni. In effetti è ormai noto che i delfini, come gli altri cetacei, dispongono di un sistema di comunicazione complesso come un vero e proprio linguaggio, fondato non solo sulla capacità di produrre ultrasuoni significanti all'interno del gruppo, ma anche su schemi di movimento utilizzati come segni di comunicazione. Il delfino nella mitologia classica è personificazione dell’acqua, attributo di Nettuno e di Venere nata dal mare, l'immagine è molto presente nei repertori dell’arte funeraria. Nella simbologia cristiana è interpretato come prefigurazione della morte e resurrezione di Cristo salvatore, in relazione al racconto biblico di Giona, inghiottito dal cetaceo e rigettato dopo tre giorni rinascendo a nuova vita. Il delfino è anche simbolo del cristiano salvato, e per questo raffigurato (spesso in coppia per gusto della simmetria) ai lati del calice, dal quale sorge una efflorescenza vegetale come un albero della vita o una fiamma.

Bibliografia

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